COSA
POTRÀ
ACCADERE ALLE ELEZIONI POLITICHE?
Non mi appassiona il discorso sulle elezioni politiche
dell'anno prossimo, se non fosse per il riflesso che potranno avere sulle
elezioni regionali che le seguiranno.
Per tale ragione, provo a immaginare che cosa potrebbe
accadere nelle prime da condizionare le seconde.
È indubbio che ogni scelta dei partiti, finora, appare
condizionata dall'ambizione del leader.
Così chi desidera diventare Parlamentare o Presidente della
Regione Sardegna cerca, in vista delle elezioni politiche, di collocare se
stesso, e il Partito del quale è leader, in posizione utile per raggiungere il
suo personale obbiettivo.
E già questa impostazione ritengo sia sbagliata.
La giusta, secondo me, dovrebbe essere l’elaborazione di un
progetto che preveda cosa sia opportuno fare per dare alla Sardegna un buon
governo che ne favorisca lo sviluppo.
Un governo diverso dall'attuale e, possibilmente, anche dai
precedenti.
Una proposta ai Sardi tale da rompere il vecchio equilibrio
finora bloccato tra l’alternanza centrodestra e centrosinistra con una
spruzzata qua e là di sardismo e riformazione.
Al momento solo i Cinque Stelle propongono un'opzione di
rottura col passato.
Anche la galassia indipendentista sta cercando di costruire
con fatica, ma con determinazione, un'opzione diversa da quelle note.
Ovviamente questa galassia attende, spera e lavora, affinché
in tale opzione il PSd'Az rompa gli indugi e decida di fare una SCELTA verso il
POLO NAZIONALITARIO.
Ma il PSd'Az dove sta andando?
Difficile cogliere dalla dirigenza del Partito segnali chiari
che indichino inequivocabilmente una direzione.
Per tale ragione si cerca di capire, dal detto e dal non
detto, cosa ha in mente la testa del Partito: Segreteria e Segretario
nazionale.
Nell’articolo, che riporta l'intervista del Segretario
nazionale di venerdì 6 ottobre 2017 rilasciata alla Nuova Sardegna, a proposito
delle possibili alleanze si legge:“È ovvio però che, nella tre giorni, i Sardisti
parleranno anche di alleanze per l'anno prossimo quando ci saranno le Politiche
e fra due anni quando sarà rinnovato il Consiglio regionale. Come detto, è
possibile che il PSd’Az nel primo caso (politiche) punti a costruire un “polo
nazionale”, aggregando intorno a sé altri partiti della galassia sardista, autonomista
e indipendentista. Per le Regionali bisognerà vedere fra i partiti chi si
riconoscerà nel modello di sviluppo e di governo che sarà al centro di Narcao”.
Ho volutamente tralasciato i riferimenti alla felicità e al
reddito europeo per non offendere i tanti Sardi disoccupati, in cassa
integrazione, mobilità e in lotta per sopravvivere.
Concentriamoci sul passaggio delle alleanze.
Per le politiche si costruirà un “polo nazionale”, mentre per
le regionali si vedrà: questo è il succo.
E questa è l'impostazione, sempre secondo me, sbagliata che
si fonda non su cosa sia meglio o giusto per i Sardi, ma su cosa sia meglio o
giusto per il leader che, come noto, ha in mente di veleggiare verso Roma nel
Parlamento italiano.
Chiariamo subito che io non ho proprio nulla contro tale
desiderio che non sarebbe in contrasto con ciò che sarebbe meglio o giusto per
i Sardi se non fosse per un piccolo particolare.
Con la legge elettorale nota come Rosatellum bis è necessario
che si superi la soglia del 3% a livello “nazionale” sia alla Camera che al
Senato.
Orbene, per superare questa soglia è indispensabile
un'alleanza con un partito di oltre tirreno disposto ad accogliere il PSd’Az
nella coalizione.
Se il PSd’Az ottenesse l'alleanza con un partito italiano per
le politiche, e magari eleggesse il suo Segretario nazionale o chi per lui,
quale Deputato o Senatore, sorgerebbe spontanea la domanda: ma questa alleanza
il partito italiano la concede a gratis?
Cioè, il partito italiano in coalizione, ragionevolmente
possiamo immaginare cosa chiede in cambio al PSd’Az?
La risposta è semplice: se ti allei con me alle elezioni
politiche devi allearti con me anche alle prossime elezioni regionali.
Risultato: ADDIO POLO NAZIONALITARIO
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